La seta

Il fascino che suscita vedere o indossare un manufatto di seta è unico rispetto alle sensazioni che procurano le altre fibre naturali. La seta è una fibra viva , con una composizione proteica del tutto simile alla nostra pelle. Forse è anche per questo che indossare un indumento della più nobile delle fibre dà un immediato senso di dolcezza, benessere, protezione. E’ comprensibile, quindi, l’alone leggendario che ha sempre accompagnato queste stoffe dal loro primo apparire alle varie migrazioni attraverso popoli di diversa origine etnica.

Il baco da seta

Bombix Mori è il nome scientifico del baco da seta il cui nutrimento ideale è costituito dalle foglie del gelso.
Dopo un mese di vita il baco si rinchiude in un bozzolo costituito da un filo di lunghezza variabile dai seicento ai duemila metri. Sciolto in acqua bollente il bozzolo libera un filo continuo che conserva le alate iridescenze e le impalpabili luminosità di una farfalla. Un mondo di piccole e grandi industrie trasformano questo filo in pregiato tessuto.

Como: città della seta

Como risiedono i migliori disegnatori tessili, veri artisti dotati di grande fantasia e sensibilità, che anticipano la moda proponendo variazioni sui temi floreali, sportivi, nobiliari, classici quali cachmire, animali, astratti e futuristi.
Questi disegni trovano applicazione nei tessuti operati, fabbricati a telaio mediante l’intreccio dei fili longitudinali della catena con quelli della trama inseriti traversalmente. L’incrocio di questi fili colorati forma il motivo elaborato per soddisfare le più raffinate esigenze.

Grande abilità richiede anche la stampa dei tessuti usati in particolare per l’abbigliamento femminile. Fino agli anni Venti veniva effettuata con tamponi inchiostrati e pressati sul tessuto, ma nel 1926 a Como venne introdotta la stampa “alla lionese” impiegando un quadro in sostituzione del tampone. L’aumentata superficie del quadro e la manualità operativa resa più rapida permisero un notevole incremento della produttività. Iniziava così una nuova tecnica di stampa e si costituivano molte fotoincisioni per la preparazione dei quadri da stampa sempre più grandi e sempre più precisi per seguire l’evolversi della tecnologia.
La seta è una leggenda che si ripropone con un fascino che il tempo non ha saputo intaccare e che ha trovato il suo punto di massima espressione proprio a Como, sulle rive di un lago dalle acque con gli stessi incantevoli riflessi del prezioso filo.

Un capo di seta, sia esso cravatta, camicia, scialle, fazzoletto, foulard o sciarpa, è sinonimo di lusso ed eleganza: la sua fattura deve essere all’insegna dello charme per poter accontentare anche la clientela più esigente. Dagli opifici lariani escono pure tessuti per l’arredamento, drappa di organza leggera, broccati, tovaglie. Così per garantire l’affidabilità delle aziende e la validità dei loro prodotti è stato istituito un marchio di qualità, il Seri.co. A confermare questa tradizione a Como, esiste anche una antica scuola, l’Istituto Tecnico Industriale di Setificio, in via Valleggio, 3 dove si diplomano i moderni operatori del settore.
Qui dal 1990, esiste un Museo Didattico della Seta (tel 031/303180) con telai, rastrelliere, piantelli, fusi e torcitoi, contenitori di legno per la tintura, bilance ed altri macchinari dal ‘700 ad oggi; il materiale è corredato da un’ampia documentazione.

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